Guanda
Un uomo esce dal cancello del carcere di Bollate. Solo, senza nessuno che lo aspetti. Si chiama Sasà, e dopo sei anni di galera può finalmente guardare il cielo da uomo libero. Decide di tornare a casa a piedi. Casa è, per lui, Quarto Oggiaro. Ha un piano e pochi giorni per metterlo in pratica. Recuperare il denaro che ha nascosto prima dell’arresto, prendere sua moglie e sua figlia e volatilizzarsi, prima che qualcuno - magari qualche suo vecchio "amico" - lo faccia sparire dalla faccia della terra. Perché Sasà non sarebbe dovuto neppure uscire dal carcere. Nel suo passato ci sono traffici di droga, omicidi efferati, violenze e ricatti. Insomma, Sasà era destinato a una pena di almeno trent’anni. Com’è potuto uscire di galera così presto e legalmente? È quello che, come al solito controvoglia, l’ispettore Ferraro dovrà scoprire. A indirizzare le sue indagini ci ha pensato una telefonata di Augusto Lanza. Il suo ex collega è convinto che qualcosa di grosso stia per succedere. Per Ferraro si prospetta una disperata, quanto indesiderata, corsa contro il tempo. Prima che Sasà venga di nuovo attirato dal sapore del sangue. Al quale non ha mai saputo resistere.